Approccio Snoezelen

Il termine Snoezelen è stato coniato circa 40 anni fa in Olanda dalle riflessioni di due uomini e della loro equipe: Hulsegge e Verheul. La parola nasce dall’unione di due vocaboli olandesi, ovvero “Snuffelen”(annusare) e “Doezelen” (sonnecchiare).

Questi due concetti, stimolo e rilassamento, rappresentano il cuore di questo approccio che entra a far parte di quelle terapie che utilizzano stimolazioni sensoriali, considerate come vettori di miglioramento della salute delle persone affette da malattie mentali profonde, nonché mezzi di comunicazione per entrare in contatto con essi.

Primi passi

Le prime tracce dei presupposti propri dell’approccio Snoezelen appaiono in una pubblicazione americana del 1966 dove uno spazio chiamato “caffetteria sensoriale” tratta il tema delle relazioni tra l’uomo e il suo ambiente, in particolare centrando l’interesse della ricerca su come le caratteristiche ambientali influenzano l’uomo. Gli studiosi elaborarono queste ricerche sui soldati di ritorno dalla guerra del Vietnam, che peggiorano la loro condizione patologica causata dalla guerra, a seguito di un isolamento sensoriale conseguente alla loro ospedalizzazione.

Più tardi, nel 1976, altri studiosi teorizzarono l’apporto delle stimolazioni sensoriali per lo sviluppo psicomotorio dell’essere umano, con il concetto di “stimolazione di base”, funzionale sia per le persone con disabilità sia per le persone prive di tale condizione.

L’approccio Snoezelen si è sviluppato grazie all’utilizzazione di diversi elementi che ne compongono i presupposti, in un insieme organizzato volto al benessere della persona con disabilità. Hulsegge e Verheul studiarono e proposero attività per persone impossibilitate a comunicare verbalmente il loro universo psichico e con un livello cognitivo molto basso.  

In un congresso sui giochi organizzati da un’associazione olandese sullo studio di persone con disabilità mentale, gli studiosi presentarono per la prima volta uno spazio Snoezelen, chiamato “tenda delle attività” in cui proponevano attività ludiche atte a stimolare i sensi: le reazioni positive furono numerose. Negli anni ‘80, la comunità iniziò a riflettere sui materiali da utilizzare per stimolare al meglio i diversi sensi della persona. Il primo spazio Snoezelen viene creato nel 1984 e l’approccio si espande presto in Europa (Belgio, Inghilterra e Francia) e negli Stati Uniti.

Espansione e sviluppi successivi

Da questo momento i campi d’applicazione si sono moltiplicati: grazie alla constatazione sulle persone di una “regolazione sensoriale grazie all’ambiente Snoezelen” e “una relazione tra le stimolazioni sensoriali e la rieducazione dei comportamenti problematici.

I continui studi e le conseguenti riflessioni su tale approccio, sottolineano l’importanza di utilizzare la stimolazione sensoriale come un canale di relazione tra la persona e l’ambiente e come un mediatore per entrare in relazione con la persona. Pertanto all’interno dello spazio Snoezelen è centrale l’idea di relazione tra due soggetti: l’accompagnato e l’accompagnatore, ciascuno come scopritore dell’altro.

Utilizzato in origine come supporto per arricchire la vita delle persone con gravi disabilità intellettive e permettere di entrarvi in relazione, si è poi sviluppato rivelandosi un efficace strumento in molteplici condizioni umane: nella persona adulta con disabilità, demenza o in situazioni di stress, nel sostegno al caregiver, nella prevenzione del burnout, in una “normalità” in ricerca di benessere.